Nell'era della globalizzazione pare che la parola d'ordine sia improvvisare.
Sarà la crisi, sarà la poca chiarezza di intenti ma tutti fanno tutto o cercano di farlo improvvisando, raggiungendo risultati mediocri e cannibalizzando i mercati.
Il principe del "faccio tutto io" è la grande distribuzione che dopo aver sterminato panettieri, salumieri, giornalai ed averci provato con i farmacisti, ha preso persino di mira persino i propri fornitori introducendo i prodotti a marchio.
Man mano che la povertà ha fiorito anche i piccoli hanno tentato di adottare la strategia indicata dalla grande distribuzione. Così quando vado dal fruttivendolo trovo il pane, dal panettiere i salumi, dal salumiere i dolci e dal pasticcere mi faccio fare il sito web.
Il risultato ovviamente è un'impoverimento della professionalità e della qualità della propria specializzazione. Il futuro dei piccoli? Quasi scontato.
Infine chi ha la sfortuna di non avere un'occupazione si arrabatta, si improvvisa nelle più disparate professioni e discipline perchè nessuno è in grado di offrirgli un lavoro.
Come al solito sono convinto che la responsabilità di questa entropia generalizzata arrivi dall'alto, perchè è chiaro che il singolo non può che avere un indole egoista, di autoconservazione. Le regole mancano e quando ci sono prendono la forma di burocrazia giurassica.
Abbiamo bisognio di essere governati, guidati, per lavorare all'unisono per risollevare il Paese.
Improvvisare improvvisamente non sembra una soluzione.
Nessun commento:
Posta un commento