martedì 25 marzo 2014

Quando l'improvvisazione improvvisamente mi prende alla sprovvista

Nell'era della globalizzazione pare che la parola d'ordine sia improvvisare.
Sarà la crisi, sarà la poca chiarezza di intenti ma tutti fanno tutto o cercano di farlo improvvisando,  raggiungendo risultati mediocri e cannibalizzando i mercati.

Il principe del "faccio tutto io" è la grande distribuzione che dopo aver sterminato panettieri, salumieri, giornalai ed averci provato con i farmacisti, ha preso persino di mira persino i propri fornitori introducendo i prodotti a marchio.

Man mano che la povertà ha fiorito anche i piccoli hanno tentato di adottare la strategia indicata dalla grande distribuzione. Così quando vado dal fruttivendolo trovo il pane, dal panettiere i salumi, dal salumiere i dolci e dal pasticcere mi faccio fare il sito web.
Il risultato ovviamente è un'impoverimento della professionalità e della qualità della propria specializzazione. Il futuro dei piccoli? Quasi scontato.

Infine chi ha la sfortuna di non avere un'occupazione si arrabatta, si improvvisa nelle più disparate professioni e discipline perchè nessuno è in grado di offrirgli un lavoro.

Come al solito sono convinto che la responsabilità di questa entropia generalizzata arrivi dall'alto, perchè è chiaro che il singolo non può che avere un indole egoista, di autoconservazione. Le regole mancano e quando ci sono prendono la forma di burocrazia giurassica.

Abbiamo bisognio di essere governati, guidati, per lavorare all'unisono per risollevare il Paese.

Improvvisare improvvisamente non sembra una soluzione.

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